Come aprire un asilo e quanto costa
I servizi per l’infanzia, ed in particolare gli asili, sono tra le esigenze che più si fanno sentire in questi anni.
Sebbene si registri un calo delle nascite, la contemporanea diminuzione dei servizi offerti dai Comuni, ha aperto questo settore all’intervento dei privati che concorrono con il pubblico, alla fornitura di quello che è e resta un aiuto fondamentale alle famiglie.
Aprire un asilo privato è oggi possibile e conveniente: grazie alle convenzioni strette con i Comuni si potranno accogliere i bimbi in lista d’attesa presso le strutture già esistenti e ricevere sovvenzioni per l’attività svolta.
Cosa serve per aprire un asilo
Aprire un asilo significa ovviamente lavorare con i bambini e farsi carico della loro educazione durante un periodo molto delicato come quello della crescita infantile. Ciò comporta il possesso di alcune conoscenze che non si possono supplire con la sola esperienza e con la propria “vocazione”.
Negli ultimi anni le legislazioni locali hanno provveduto a fissare dei requisiti specifici, relativi non solo alle competenze degli educatori, ma anche alla struttura dell’asilo, che dovrà essere tale da garantire ai piccoli ospiti un’ambiente sicuro e formativo. Prima di iniziare è quindi fondamentale rivolgersi al proprio Comune, per conoscere la disciplina applicabile e sapere cosa serve per aprire un asilo.
Requisiti e iter per aprire un asilo
L’educatore che opera in un nido privato, deve aver conseguito un idoneo titolo di studio. Le Regioni specificano variamente questo requisito, ma in linea di principio si ritengono adatti i seguenti percorsi di studio:
- maturità del liceo socio-psico-pedagogico
- diploma in tecnico dei servizi sociali
- laurea magistrale in pedagogia
- master specifici in tecniche di formazione
Il titolare dell’asilo non deve necessariamente possedere uno di questi titoli di studio: potrà assumere personale qualificato.
Sotto il profilo burocratico, un asilo è un’impresa di servizi e, come tale, richiede l’esecuzione di tutti gli adempimenti tipici, ma si caratterizza per il procedimento di accreditamento presso il Comune, che discende dalla natura particolare dell’attività svolta.
Il Comune, solo dopo aver verificato che sussistano tutti i requisiti richiesti, concede alla struttura il riconoscimento e la inserisce in un elenco di servizi per la prima infanzia, al quale lo stesso Ente attingerà in caso di necessità.
L’accreditamento, infatti, consentirà all’asilo privato di accogliere, previa convenzione con il Comune, i bambini che non hanno trovato posto nell’asilo comunale e che sono stati messi in lista d’attesa, ricevendo un contributo pubblico per ogni alunno oltre, ovviamente, alla retta corrisposta dai genitori del bambino.
Quanto costa aprire un asilo
La struttura dovrà rispondere a specifici standard di sicurezza e igiene. Le regioni fissano una superficie minima per ogni bambino e l’adozione di misure di sicurezza e antinfortunstica specifiche. Oltre a ciò, ovviamente, l’asilo dovrà essere progettato a misura di bambino ed essere piacevole e accogliente. In fase di avvio si può arrivare ad una spesa di 30.000 €.
Franchising Asilo
Avviare un asilo non è un’impresa facile: molti credono di poter fare da soli, mettendo in campo le proprie abilità ed esperienze, ma alla prova dei fatti, la peculiarità dell’attività e le spese necessarie, rendono evidente la necessità di un aiuto qualificato.
Ecco perché è molto utile affidarsi al franchising e scegliere di aprire un asilo affiliato ad un gruppo già esistente, così ottenendo l’assistenza necessaria e potendo usufruire del buon nome già guadagnato sul campo dall’impresa centrale.
L’investimento richiesto per un asilo in franchising è più contenuto rispetto ad una soluzione fai da te, e comprende, oltre alla possibilità di sfruttare il marchio, l’aiuto di professionisti esperti sia nelle fasi iniziali (progettazione, burocrazia, formazione) sia nella gestione quotidiana e nella definizione dei percorsi educativi da mettere in pratica.
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